Controlli non distruttivi
Sateco è specializzata in controlli non distruttivi su impianti di risalita di trasporto persone o cose e impianti speciali, attraverso tecnologie specifiche e competenze sempre aggiornate.
La tecnica magneto induttiva (MIT) per l’esame di funi metalliche è un metodo di controllo non distruttivo che può essere applicato sulla maggior parte delle funi in esercizio, sia negli impianti di trasporto pubblico e privato, che nell’impiantistica di cantiere e industriale.
Questa tecnica consiste nel far scorrere la fune metallica attraverso un’apparecchiatura magneto-induttiva che genera un campo al suo interno. L’apparecchiatura è collegata a un registratore, il quale registra il flusso magnetico che attraversa la fune stessa.
Un qualsiasi difetto (normalmente tradotto come diminuzione di sezione, in quanto si ricercano fili dei trefoli rotti, schiacciamenti, interruzioni locali, ecc.) provoca una variazione locale e totale del campo originariamente indotto.
In termini di acquisizione, qualora si registri un segnale anomalo (picco) dovuto a un difetto, se ne potrà confrontare qualitativamente l’ampiezza con un segnale di riferimento dovuto a fili di test (posti su di un tratto della fune, per simulare un aumento di sezione).
Il metodo magnetoscopico MT è una tipologia di controllo non distruttivo applicabile a tutti i materiali ferromagnetici.
La magnetoscopia si basa sull’analisi delle variazioni di campo magnetico che avvengono in presenza di difetti superficiali o sub superficiali.
Durante l’esame magnetoscopico (MT) il componente in esame viene magnetizzato da un campo magnetico e sulla sua superficie vengono applicate delle particelle magnetiche; la presenza di cricche o difetti all’interno del campo provocano una deviazione delle linee di flusso e, di conseguenza, delle particelle magnetiche, che si raggruppano creando una discontinuità.
Per mezzo di luce naturale (nel caso di tecnica con particelle magnetiche nere su sfondo bianco) o artificiale (nel caso di particelle fluorescenti), si identificano le eventuali indicazioni o eventuali difetti.
I riferimenti normativi del metodo magnetoscopico sono:
L’esame con liquidi penetranti viene condotto facendo penetrare, per capillarità, una sostanza liquida rossa a bassa tensione entro discontinuità superficiali del materiale da testare. Dopo un periodo di tempo sufficiente, si provvede alla rimozione del liquido utilizzando dell’acqua, la quale, avendo una tensione superficiale maggiore, non è in grado di rimuovere il liquido dalle fessure del materiale.
Dopo il lavaggio, il liquido rosso verrà estratto, utilizzando un liquido rilevatore che metterà in evidenza la risalita capillare del liquido penetrante. Nelle zone danneggiate compariranno, dunque, delle aree rosse ben visibili.
È possibile, inoltre, utilizzare dei liquidi penetranti fluorescenti, che non necessitano di un rilevatore ma che prevedono un controllo tramite luce UV.
I riferimenti normativi del metodo con liquidi penetranti sono:
Il controllo per mezzo di ultrasuoni (UT) si basa sulla propagazione di onde elastiche attraverso il componente da esaminare e sul monitoraggio del segnale trasmesso (Tecnica per Trasmissione) o del segnale riflesso o da qualsiasi superficie o discontinuità (Tecnica per Riflessione).
Gli ultrasuoni sono, quindi, onde elastiche di tipo meccanico che si trasmettono nei corpi solidi (o nei liquidi per tecniche a immersione) producendo nelle loro molecole oscillazioni elastiche attorno alla posizione di equilibrio.
I controlli non distruttivi a ultrasuoni trovano applicazione nell’ispezione delle saldature e di componenti meccaniche (alberi, assi perni) e sono utili a verificare la presenza d’inclusioni in prodotti di laminazione; vengono inoltre impiegati per la misura di spessori.
Il metodo ultrasonoro viene eseguito su strutture industriali e nell’ambito degli impianti di trasporto pubblico e privato,
I riferimenti normativi del metodo a ultrasuoni sono:
L’esame visivo (VT) è un metodo di controllo non distruttivo che può essere effettuato a occhio nudo mediante l’utilizzo di ausili come lenti o endoscopi.
Il controllo visivo necessita di una buona esperienza nel campo e consente di individuare le zone da ispezionare mediante altri metodi di controllo.
Il controllo visivo diretto può essere effettuato in remoto, utilizzando un boroscopio o video endoscopio, o direttamente.
È possibile avvalersi di lenti, lampade o simili.
Affinché il risultato del controllo visivo sia ritenuto affidabile, è necessario eseguire il test a una distanza di 60 cm e l’illuminazione dev’essere compresa tra i 150 e i 600 lux.
I riferimenti normativi del metodo visivo sono:
Controlli non distruttivi
su impianti a fune
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